Agenzia investigativa. Investigatore privato. Investigazioni private
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Rilevazione presenze: cartellino con falsa attestazione di presenza.

Rilevazione presenze

Rilevazione presenze: cartellino con falsa attestazione della presenza

Rilevazione presenze: sentenze della Corte di Cassazione

Rilevazione presenze: cartellino con falsa attestazione della presenza di dipendente che in realtà si è poi allontanato è truffa aggravata (Cass. 38/2011).

SEZIONE II PENALE

Sentenza 21 dicembre 2010 – 4 gennaio 2011, n. 38 [ Rilevazione presenze ]

Con sentenza del 15.2.2007, il Giudice per l’ udienza preliminare presso il Tribunale di Torino, ai sensi dell’ art. 493 c.p., dichiarò non doversi procedere nei confronti di B.L. in ordine ai reati di truffa aggravata e continuata [ Rilevazione presenze ](capo A) e di cui agli artt. 81, 479, 493 cod. pen.perché il fatto non sussiste.

Avverso tale sentenza ricorrono i difensori della parte civile Azienda Sanitaria Locale 3 della Regione Piemonte, limitatamente alla dichiarazione di non doversi procedere, deducendo violazione di legge e vizio di motivazione in quanto gli argomenti posti a base della pronunzia confliggono con le risultanze delle indagini e la sentenza sarebbe viziata da errori interpretativi. [ Rilevazione presenze ]

II G.U.P. ha ritenuto non provato che l’ imputata non fosse stata autorizzata a recarsi fuori sede per ragioni di lavoro, ma le persone informate sui fatti hanno escluso di aver rilasciato tale autorizzazione e comunque la presenza dell’ imputata presso il Tribunale di Torino non implicava che la stessa potesse “timbrare” in luogo diverso da quello di lavoro. [ Rilevazione presenze ] Le allegazioni difensive sarebbero tardive e contraddittorie.

La sentenza avrebbe dato eccessivo rilievo al fatto che (…) abbia dichiarato di aver occasionalmente parlato con l’ imputata in via …. La tesi difensiva sarebbe infondata in quanto le attività che l ‘imputata assume di aver svolto sarebbero estranee alle sua mansioni, (…) e (…) hanno escluso di averla incontrata in via Pacchiotti. Nessuna puntuale spiegazione sarebbe stata fornita dall’ imputata in ordine agli accessi all’ ospedale. [ Rilevazione presenze ] Per un episodio (18.3.2004) l’ imputata ha ammesso di aver soddisfatto interessi personali.

Non sarebbe condivisibile l’ assunto del G.U.P, secondo cui mancherebbero artifici o raggiri, dal momento che gli uffici non avrebbero potuto verificare in tempo reale l’ effettivo luogo di timbratura [ Rilevazione presenze ] e non assumerebbe rilievo l’ eventuale scarsa diligenza o la mancanza di controlli e verifiche.

Sussisterebbe un ingiusto profitto con danno dell’ Azienda in quanto le registrazioni fuori sede [ Rilevazione presenze ] avrebbero consentito di beneficiare di compenso straordinario. In ogni caso l’ intento truffaldino deve essere riconosciuto nell’ ipotesi in cui il dipendente abbandoni il posto di lavoro senza registrare l’ uscita o nel caso in cui il dipendente timbri in entrata ed in uscita senza presentarsi effettivamente al lavoro [ Rilevazione presenze ]. Le timbrature fuori sede hanno consentito alla B.L. in 20 casi su 32 di maturare straordinario e nei restanti 12 casi di documentare una continuità della prestazione lavorativa.

II ricorso è fondato.

Va premesso che il controllo di legittimità della sentenza di non luogo a procedere, per il parametro del vizio di motivazione e dell’omessa assunzione di una prova decisiva, non può comunque avere ad oggetto gli elementi acquisiti dal pubblico ministero nel corso delle indagini e non può risolversi nella verifica del puntuale rispetto dei criteri di valutazione della prova di cui all’ art. 192 cod. proc. pen., perché la sentenza di non luogo a procedere esprime una valutazione prognostica negativa circa l’ eventuale condanna in giudizio e non un convincimento intorno ad un accertamento svolto ai fini di una possibile condanna. (Cass. Sez.. 2, Sentenza n. 28743 del 14.5.2010 dep. 22.7.2010 rv 247860).

Nello stesso senso si è espressa questa Sezione affermando che lo scrutinio demandato al Giudice dell’ udienza preliminare in ordine all’ emissione della sentenza di non luogo a procedere attiene alla valutazione della insussistenza delle condizioni su cui fondare la prognosi di evoluzione in senso favorevole all’ accusa del materiale probatorio raccolto (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 45046 in data 11.11.2008 dep. 03.12.2008 Rv. 242222).

In questi limiti va censurata la prognosi di ritenuta inutilità del dibattimento.

Il G.U.P. ha anzitutto ritenuto che le timbrature in sede diversa da quella di assegnazione non avrebbero determinato il conseguimento di un ingiusto profitto con danno dell’azienda, dal momento che in molti casi l’ orario era inferiore a quello contrattuale e che comunque non vi fossero artifizi o raggiri.

Questa Corte ha affermato che la falsa attestazione del pubblico dipendente, circa la presenza in ufficio riportata sui cartellini marcatempo o nei fogli di presenza, è condotta fraudolenta, idonea oggettivamente ad indurre in errore l’ amministrazione di appartenenza circa la presenza sul luogo di lavoro, ed integra il reato di truffa aggravata ove il pubblico dipendente si allontani senza far risultare, mediante timbratura del cartellino o della scheda magnetica, [ Rilevazione presenze ] i periodi di assenza, sempre che siano da considerare economicamente apprezzabili (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 26722 del 12.6.2008 dep. 2.7.2008 rv 240700). 

La timbratura in altro luogo [ Rilevazione presenze ] implica l’ attestazione della continuità della prestazione, rispetto alla quale non vi era alcuna possibilità di controllo, essendo l’ imputata uscita.

Quanto alla ritenuta mancanza di prova della assenza di autorizzazione [ Rilevazione presenze ], va rammentato che tale prova avrebbe dovuto essere fornita in dibattimento.

La sentenza impugnata deve pertanto essere annullata con rinvio (non essendo intervenuta prescrizione in relazione a tutti i fatti) al Tribunale di Torino per nuovo esame.

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